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GIOCHI D'ESTATE Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 16 agosto 2011
 
di Rolando Colla, con Armando Condolucci, Fiorella Campanella, Francesco Huang, Chiara Scolari (Svizzera - Italia, 2011)
 

Edipo in camping. Gratificato dell'onore, ahimè non troppo frequente, di una selezione svizzera ( fuori concorso) alla recentissima edizione della Mostra di Venezia, coprodotto dalla RTSI, GIOCHI D'ESTATE è forse l'opera più compiuta, sicuramente la più disincantata di un cineasta, esperto e ambizioso, figlio di italiani nato in Svizzera. Una soddisfazione, per Rolando Colla, che giustamente premia una carriera fra le più serie e continue del nostro cinema; e l'autore di opere che spesso ci hanno toccato da vicino, come LE MONDE A L'ENVERS dell'esordio nel 1998, OLTRE IL CONFINE (2002) girato fra gli immigrati a Chiasso sul tema quanto d'attualità della barca troppo piena, e infine L'ALTRA META' ( 2007) dal forte impegno civile.


L'osservazione fresca e istintiva di un gruppo di ragazzini nella Maremma romagnola, il dodicenne sveglio e reattivo che deve accomodarsi della presenza di un padre incostante e violento e di una madre incapace di uscire da un legame impossibile sono tutti elementi che il regista riesce a far lievitare oltre l'apparenza di una cronaca vacanziera e a priori spensierata. Gli echi, allora sempre più evidenti, da tragedia greca, Colla li stempera intelligentemente nello spazio piatto delle spiagge popolari, nella loro contemplazione, nei respiri temporali prolungati, nella concentrazione sempre più significativa in zone simboliche. Come quella distesa di granoturco che delimita i giochi del titolo, lo spazio dei drammi iniziatici o meno, della violenza di una infanzia che si fa nell'adolescenza prima ancora che nell'età adulta.


GIOCHI D'ESTATE è uno dei film più riusciti del regista, anche perche fra i meno programmatici. Forse perché dipinge delle emozioni in nuce ( e i suoi giovani sono ben scelti e giusti), la visione gli nasce con una facilita e una essenzialità nuova. Senza attardarsi sulle situazioni (d'altronde classiche, se non scontate), ma abbandonandosi alla generosità dell'istante presente. Crudeltà dagli echi antichi che parrebbe inevitabilmente programmata in quel mare torbido, dal sole magro, come la società umile che si offre l'emozione del karaoke. Ma che volge in comprensione e tenerezza, grazie ad una osservazione sincera che mai si prolunga nella speculazione sentimentale o, peggio ancora, elvetico meridional-folcloristica .


   Il film in Internet (Google)

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